E gracidò nel bosco la cornacchia

scritto da giorgiog1
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Testo: E gracidò nel bosco la cornacchia
di giorgiog1

E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sol dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose; e piovve a catinelle.
Poi tra il cantare delle raganelle
guizzò sui campi un raggio lungo e giallo.

Stupìano i rondinotti dell’estate
di quel sottile scendere di spille:
era un brusìo con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d’oro in coppe di cristallo.

Il merito di far gracidare la cornacchia e cantar la raganella va a Giovanni Pascoli.
La simpatica raganella verde veniva tenuta nelle case di campagna in un vaso capiente, se il tempo volgeva al bello raggiungeva il giardino mediante una scaletta di legno.
La ricchezza delle forme degli anfibi, dei loro colori e della loro storia è stata ed è fonte di ispirazione per favolisti, narratori e pittori.
Le credenze, le leggende, il fascino che ispirano deriva forse da questa dualità di esistenza: una acquatica ed una terrestre; anfibio "doppia vita".
Poveri anfibi, tante volte associati ai sabba delle streghe, demonizzati dalla Chiesa, cucinati dai cuochi; e pensare che rappresentano un gioiello dell'evoluzione.
Anche se crescendo divengono quasi tutti terrestri, non si allontanano mai dall'acqua dove tornano per accoppiarsi e deporre le uova.
Così come i rettili, gli anfibi sono animali a sangue freddo. La loro pelle non è un semplice rivestimento protettivo ma è un "partner" vero e proprio; pullula di ghiandole che secernono un muco atto a mantenerla umida ed a limitare la disidratazione, è permabile e permette all'animale di bere attingendo direttamente l'acqua dall'aria umida. Inoltre assorbe l'ossigeno disciolto nell'acqua e lo travasa all'interno del sistema sanguigno. Discendenti dei pesci a pinne carnose, furono i primi vertebrati a colonizzare le terre emerse, costruendo un ponte tra pesci e rettili.
Siamo a 360 milioni di anni fa, durante il Devoniano, periodo in cui rettili, mammiferi ed uccelli non esistevano ancora.
Si sa che i primi anfibi a colonizzare le terre emerse erano imparentati con le salamandre ed i tritoni.
Ad oggi si conoscono più di 6000 specie di anfibi, suddivisi in tre ordini: Anuri - coloro che non hanno coda - (rane, rospi, e raganelle), Urodeli - coda visibile - ( salamandre e tritoni), Gimnofioni (anfibi apodi - privi di zampe - e vermiformi).
Gli anfibi sono presenti ovunque tranne che nelle regioni polari, nella maggior parte delle isole oceaniche ed alle grandi altezze.
Tutti i rospi e le rane sono carnivori e si nutrono di prede vive: insetti e altri invertebrati acquatici e terricoli.
Sono numerosi i predatori sia dei girini sia di rane adulte: pesci, uccelli acquatici, serpenti ma anche mammiferi.
Quindi è evidente come la presenza delle rane in un ambiente sia molto importante, da una parte mantengono sotto controllo le popolazioni d’insetti ma esse stesse costituiscono la base alimentare di molti altri animali: aironi, uccelli, volpi e tassi, serpenti. 
Ed ecco che la rana, simbolo della vita nell'antico Egitto, è divenuta simbolo del peccato e del male nella tradizione giudeo-cristiana.
Essa pagava la colpa di essere imparentata con il rospo, che godeva di una pessima reputazione; era considerato l'animale bavoso che aromatizza gli intrugli delle streghe.
 E poi ci sono i rimedi curativi, Plinio suggerisce di bollire la rana nell'olio, come cura della febbre quartana, la ricetta è molto semplice:
"E' sufficiente farla cuocere nel suo succo come un pesce"
Ai giorni nostri in Perù fa furore un cocktail a base di rana miscelato a radici, miele, uova o polline, questo succo avrebbe virtù afrodisiache.
La Francia è la prima consumatrice di cosce di rana al mondo, con circa 100 milioni di paia di cosce importate all'anno. 
La Farmacologia si aspetta molto dagli studi sugli anfibi, ad esempio nel veleno delle rane appartenenti alla famiglia Phyllomedusidae, presenti in tutto il Centro ed il Sudamerica, è stata isolata una molecola "la dermofina" molto più efficace della morfina per bloccare il dolore.
Una rana d'Australia incuba le proprie uova nello stomaco e fabbrica un'apposita sostanza per proteggerla dai succhi gastrici, questa sostanza potrebbe essere un rimedio contro le ulcere.
Inoltre questa uova sono in grado di produrre un antivomito, infatti la madre non le rigetta.
I poteri magici della loro pelle erano noti già nell'antica Cina dove facevano bere dei decotti di rospo ai sofferenti di problemi cardiaci.
Nelle tribù indigene dell'Amazzonia le secrezioni tossiche della "raganella scimmia gigante" venivano somministrate per indurre i partecipanti ad orge rituali in uno stato allucinatorio. 
Nel nostro paese sono presenti: rane, rospi, raganelle, tritoni.
Inoltre abbiamo le seguenti sottospecie: la "salamandra salmandra" e la "salamandra giglioli". 
La salamandra se morsicata secerne una sostanza irritante per l'assalitore che era stato avvertito dalle sue vistose macchie giallo vivo; quindi la pelle di un anfibio è anche la sua difesa per la sopravvivenza. Per l'uomo la sua manipolazione è priva di fastidi, a patto che si lavi subito le mani. 
Un tempo c'era chi attribuiva alla salmandra il potere di uccidere con il solo sguardo o di storpiare a distanza; si evitava perfino di nominarla per evitare che essa si sentisse invocata e che intervenisse diffondendo il male.
Il Medioevo vedeva in essa il simbolo dell'indistruttibilità e le attribuiva il potere di vivere tra le fiamme.
Francesco I ne fece il suo emblema, nei suoi castelli sono presenti decine di sculture che la rappresentano con il motto "Me ne nutro e lo spengo", alludendo appunto a questa leggenda.
In Giappone è un cibo molto ricercato, in Cina orientale gli Inobidi (delle salamandre primitive) sono uccisi e trasformati in polvere per curare i problemi dello stomaco, o utilizzati come vermifughi.




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